venerdì 24 gennaio 2014

Very interesting interview with EMA Research Director Torsten Volk

The importance of continuous capacity management with EMA Research Director Torsten Volk.  A 4-minute analyst interview describing why capacity management is important for customers.
http://www.serviceassurancedaily.com/2014/01/the-importance-of-continuous-capacity-planning/

martedì 9 aprile 2013

Il monitoraggio applicativo dall’utente finale fino al Mainframe è solo un sogno?

IL CONTESTO
La necessità di misurare le prestazioni delle Applicazioni in Esercizio è un’esigenza vecchia come la storia dell’Information Tecnology ed è andata di pari passo con l’evoluzione dei sistemi e delle piattaforme tecnologiche. Anche le soluzioni di monitoraggio si sono adeguate di conseguenza, passando da strumenti monolitici e rigorosi, estremamente tecnici e poco flessibili a suite versatili facili da usare e da implementare, adatte anche a personale non specialistico, con interfacce grafiche spesso accattivanti.
L'epocale trasformazione avvenuta con la diffusa adozione delle Applicazioni Web e delle Architetture orientate ai Servizi (SOA) e l’affermazione del Cloud Computing e dei Servizi ad alto valore aggiunto offerti sul Web e sui dispositivi mobili ha portato la complessità e la distribuzione delle infrastrutture, dei sistemi e delle applicazioni ad un livello senza precedenti.
Questo nuovo modo di fare Business, le richieste del mercato e la concorrenza spingono a costruire Servizi di Business sempre più appetibili e hanno definitivamente posto l’esperienza dell’utente finale al centro dell’attenzione delle Aziende, offuscando il tradizionale ruolo di protagonista svolto dall’IT in passato, confinandolo al ruolo “scomodo” di abilitatore di questi Servizi e dell’interlocutore da mettere sotto pressione in caso di risultati economici al di sotto delle aspettative.
Perché è l’utente finale che decreta il successo o il fallimento delle iniziative di Business e che quindi detta le priorità d’azione ai team IT.
Il risultato di queste dinamiche è che i Servizi IT continuano a crescere in complessità,  si estendono a diverse applicazioni e piattaforme, così come si poggiano su tecnologie virtuali e servizi Cloud, o richiedono piuttosto layer di integrazione con sistemi interni o controllati da partner esterni e clienti.
Insieme ad ogni livello aggiuntivo di sistemi, connettività o applicazioni aumentano i costi complessivi della gestione e crescono esponenzialmente i rischi di degrado delle prestazioni o di indisponibilità.
LA SFIDA
Come spesso accade parlando delle moderne Applicazioni Distribuite, si tende a dimenticare il ruolo del “Gigante” per eccellenza, su cui le maggiori Aziende di tutto il mondo ancora fanno affidamento per ospitare e gestire i propri dati critici: sua Maestà il Mainframe.
Sembra imperante l’assunto che si possa disporre o solo di Applicazioni Distribuite o solo di Applicazioni Legacy.
Questo presupposto è stato consolidato nel tempo dalla inevitabile separazione di due mo(n)di diversi di intendere l’Informatica, dove le peculiarità e le specializzazioni delle professionalità hanno portato alla realtà in cui l'uno ignora ciò che fa l’altro.
Ma è anche negato dai fatti, dato che  le Transazioni di Business incorporano molto spesso piattaforme distribuite e legacy - dove il Mainframe può recitare ruoli molteplici, dalla semplice DB machine fino ad ospitare l’Application Server - che pongono difficoltà di governo e di comunicazione tra team di gestione, che appaiono insormontabili senza strumenti adeguati.
Inizia allora ad emergere il fattore chiave.
Come può un CIO affrontare l’Esercizio di questo tipo di Applicazioni - critiche per il successo della sua Azienda - che sono complesse, multipiattaforma ed eterogenee contando su Team con competenze fortemente verticali che rendono molto difficile la comunicazione/collaborazione fattiva per il rapido isolamento, indirizzo e risoluzione dei problemi?
Può essere d’aiuto dotarsi di strumenti di Application Performance Management (APM) su Distribuito e su Mainframe? E con questi si può riuscire ad avere un controllo completo di tutta la catena tecnologica con un’ottica transazionale, che ponga al centro della visione l’Esperienza d’Uso dell’Utente finale dei Servizi di Business?
Queste domande pongono evidentemente una criticità tecnologica: la necessità di una visibilità complessiva e completa della Transazione di Business, integrata in un solo strumento di monitoraggio, che riesca a rappresentarla non solo nel suo attraversamento dell’eterogeneità del mondo distribuito, ma anche quando varca le “Colonne d’Ercole” che la conducono nel Mainframe.
Ovvero realizzare il più ambizioso dei sogni di ogni CIO: l’integrazione tra gli ambienti di monitoraggio di mainframe e distribuito con il mantenimento della transazionalità applicativa.
Il fattore di successo risiede nella creazione o nel mantenimento di skill in grado di comprendere tutti gli aspetti di integrazione e le peculiarità di entrambe le piattaforme, accompagnato - ove ritenuto necessario - da cambiamenti dell’organizzazione dei dipartimenti IT con la creazione di centri di Competenza APM che, con gli appropriati strumenti e coordinati da queste professionalità, sono destinati a facilitare il governo delle iniziative di Business di ultima generazione.
Affrontiamo un caso d’uso di successo che dimostra che... SI PUO' FAREEEE.
CASO d'USO: Il problema
La Forward Inc. ha deciso di muovere molti dei suoi servizi finanziari più importanti sul Web, fornendo ai suoi Clienti un nuovo Canale di erogazione di più veloce accesso e disponibile anche sulle più recenti piattaforme Mobili.
La catena tecnologica è molto stratificata e complessa, e le Applicazioni Web accedono ai sistemi IT più critici. Il cuore della filiera applicativa è il Layer di Integrazione basato su Web Services, che è stato sviluppato proprio per gestire la complessità della comunicazione di Applicazioni e Piattaforme che altrimenti non riuscirebbero ad interagire tra loro.
Il Team di Gestione del Layer di Integrazione ha quindi scelto di dotarsi di una soluzione di APM, con cui ha ottenuto il pieno e soddisfacente monitoraggio del loro ambiente.
Hanno a disposizione tutti i dettagli desiderati rispetto all’esecuzione dei singoli passi dei Web Services in ottica transazionale, insieme a cruscotti che hanno adattato alle loro peculiarità ed esigenze e ad altri che hanno creato e rilasciato all’Esercizio Applicativo per il monitoraggio Operativo.
Sono riusciti ad avere anche una visibilità sui tempi che i Web Services impiegano per ricevere una risposta dai sistemi di Backend - tra cui il Mainframe - che devono contattare per riuscire a fornire le informazioni alle Applicazioni Web di Business.
A causa di un non precisato problema accaduto sul Mainframe, hanno potuto osservare un improvviso degrado delle risposte fornite da quel Backend, che ha avuto ovviamente impatto sui tempi di risposta forniti dal Layer di Integrazione - come “sistema” - alle Applicazioni che facevano richiesta dei suoi Servizi.
Appena contattati dai Service Owner che si lamentavano delle performance delle “loro” Applicazioni, che sono il core-business dell’Azienda, il Team si è accorto che non era in grado né di capire quali fossero le Applicazioni - i loro "Utenti Finali" - a cui stavano dando maggiore disservizio né di quantificare questo disservizio.
Sapendo però che il problema era sul Mainframe, hanno contattato il Team di Gestione Host fornendo tutte le informazioni sul momento preciso del degrado per avere indicazioni su cosa fosse successo e se il problema fosse attribuibile all’interazione con le Applicazioni Web.
La risposta li ha ulteriormente scoraggiati: “In quel momento il Mainframe stava eseguendo centinaia di operazioni su quel Sottosistema, molte delle quali manifestavano degradi prestazionali. Riuscite ad essere più dettagliati?”
CASO d'USO: La soluzione
Il Team di Gestione del Layer di Integrazione ha quindi voluto avviare una sperimentazione in cui cercare di avere il controllo End-to-End della catena tecnologica di loro pertinenza; sono stati coinvolti i Service Owner e il Team di Gestione Mainframe per una condivisione dei risultati e l’inizio di una nuova comunicazione basata su dati certi e condivisibili e su cruscotti accessibili a tutti.
Rispetto ad un’Applicazione Web tradizionale, gli “utenti finali” non usano un web browser, ma sono invece le Applicazioni di Business che chiedono servizi al Layer di integrazione. La loro “esperienza d’uso” è stata tracciata grazie allo sniffing del traffico di rete generato verso il Layer di Integrazione.
A completamento dell’End-to-End è stato implementato un Agente di controllo sul Mainframe che ha fornito - nella stessa interfaccia del Sistema di APM già presente - sia le metriche su Sistema Operativo e Sottosistemi sia la tracciatura delle Transazioni TP invocate dai Web Services del Layer di Integrazione.
I risultati della sperimentazione hanno dimostrato che è possibile poter fornire una visione completa e pienamente End-to-End di una catena tecnologica di riferimento che contenga sia sistemi distribuiti sia il Mainframe; e realizzare l’integrazione tra i rispettivi ambienti di monitoraggio, assicurando il mantenimento della transazionalità applicativa, rispondendo alle esigenze espresse dai Team di Gestione e aiutando ad instaurare un fattivo processo di comunicazione.
Infatti, oltre alle metriche specifiche sull’uso del Layer di Integrazione, tra cui il numero delle Transazioni delle Applicazioni di Business finalizzate o fallite - quindi una misura certa del servizio/disservizio fornito al Business - la totale integrazione tra le componenti implementate (Esperienza utente, Layer di Integrazione e Mainframe) ha permesso di arrivare ad un sistema automatico di tracciatura delle Transazioni problematiche, partendo dall’Applicazione di Business che invoca i servizi del Layer di Integrazione fino al dettaglio del tempo speso nel TP Mainframe.
Un ulteriore fattore di successo della sperimentazione è stato il poter allineare l’IT alle esigenze del Business, dato che l’automazione della tracciatura è stata innescata da una violazione rispetto ai tempi di risposta ricevuti dalle Applicazioni di Business e concordati con i Service Owner.
CONCLUSIONI
Una ricerca fatta da uno dei maggiori analisti del mercato IT - ENTERPRISE MANAGEMENT ASSOCIATES® (EMA™) - ha evidenziato che oltre il 50% delle Aziende oggi hanno Applicazioni in Esercizio che incorporano sia il mondo distribuito sia le piattaforme mainframe.
Non c'è da meravigliarsi quindi che è pensiero comune nei CIO che le soluzioni APM siano “fondamentalmente inutili” senza la visibilità del Mainframe e che il monitoraggio End-to-End venga considerato il "Santo Graal" dai Team di Gestione IT.

Welcome, Benvenuti!!

Why Hic Sunt Dariones?
The Latin phrase "Hic Sunt Leones" (here there are Lions) is recurrent in history and journalism but without parallel in the medieval cartographic documentation or in the "old Age" rare finds.
There is no single historical proof that the phrase has ever been used by a cartographer for the Mediterranean Africa, although there is a very common explanation that, originally, hic sunt leones would have appeared on maps of Ancient Rome and of later age indicating unexplored areas of Africa and Asia.
The phrase was meant that no one knew what was in those unknown lands, apart from the fact that they were inhabited by wild beasts, or were referring to areas that could not be conquered.

Nowadays the phrase is used to describe a situation or condition for which you should pay special attention or respect to a certain group of people.

Again, why Hic Sunt Dariones?
I am totally fond of Ancient Rome, my beloved city, where I was born 43 years ago, under the sign of Leo. 
All the people I know, except my family and close friends, have seen so far just one Dario. My interests, my work or other aspects of myself as a person are those unknown lands... that could not be conquered.
Who will be moved by curiosity of visiting them, in this Blog will find other Dariones, and will have to pay special attention...



Perchè il nome Hic Sunt Dariones?
La locuzione latina "Hic Sunt Leones" (qui ci sono i leoni) è ricorrente nella storiografia e nella pubblicistica ma senza riscontri nella documentazione cartografica medievale né nei rarissimi reperti dell'età antica.
Non esiste una sola prova storica che la locuzione sia mai stata utilizzata da un cartografo per l'Africa mediterranea, anche se è molto diffusa la spiegazione secondo cui, in origine, la locuzione latina hic sunt leones sarebbe comparsa su carte geografiche dell'antica Roma e di età successiva in corrispondenza delle zone inesplorate dell'Africa e dell'Asia.
La frase stava ad indicare che non si sapeva cosa si trovasse in quelle lande sconosciute, a parte il fatto che fossero abitate da belve feroci, oppure si riferiva a territori che non potevano essere conquistati.

La frase oggi viene utilizzata per indicare una situazione o condizione per cui è necessario prestare particolare attenzione o portare rispetto ad un certo gruppo di persone.


Quindi - di nuovo - perchè Hic Sunt Dariones?
Sono perdutamente innamorato dell'Antica Roma, la mia amata città, dove sono nato 43 anni fa, sotto il segno del Leone.
Tutte le persone che conosco, ad eccezione dei miei familiari o degli amici più stretti, conoscono un solo Dario. I miei interessi, il mio lavoro o altri aspetti di me come persona sono in quelle lande sconosciute... che non possono essere conquistate.
Per chi sara spinto dalla curiosità di visitarle, in questo Blog troverà gli altri Dariones, e sarà necessario prestare particolare attenzione...